Interrogazione a risposta scritta

La sottoscritta consigliera

Premesso che

Nei giorni scorsi l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), a seguito delle indicazioni dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), ha diffuso uno studio circa il valore cancerogeno delle carni rosse e lavorate.

La notizia, seppure con motivazioni diverse, ha suscitato grande allarme tra i cittadini, le associazioni di consumatori, le associazioni di categoria e di produttori (Coldiretti, Assica, Assicarni, Confcommercio, Confesercenti, Consorzio del Prosciutto di Parma, e altri).

Sugli organi di stampa sono apparsi articoli che non chiariscono pienamente la questione e potrebbero creare ancor più confusione dal momento che non distinguono il potenziale cancerogeno denunciato dalla ricerca dagli aspetti igienico sanitari e le certificazioni di filiera.

In parlamento sono state già depositate diverse interrogazioni che chiedono al Governo di “fornire al Parlamento e all’opinione pubblica informazioni precise e circostanziate sul consumo delle carni sulla base di riscontri effettivi, fondanti su dati scientifici e su criteri di rigorosa riproducibilità”.

Sottolineato che

Secondo i dati diffusi da Coldiretti sembra che in Emilia-Romagna ci sia un sostanziale equilibrio tra la spesa alimentare destinata alla carne e quella destinata a frutta e verdura, e ciò testimonia come in regione prevalga la dieta mediterranea da tutti individuata come una delle ragioni che garantisce agli italiani una longevità da primato con 84,6 anni per le donne e i 79,8 anni per gli uomini.

L’immediato effetto della diffusione della ricerca rischia di arrecare un danno gravissimo di immagine e sicuramente di natura economica per il qualificatissimo settore italiano dell’industria di produzione e stagionatura dei salumi, di cui alcune di origine protetta DOP e IGP, che ha nella provincia di Parma, a Langhirano, Felino e Zibello, ha i suoi centri più importanti, rinomati e qualificati e che fa, in forza dei severi disciplinari, un vanto della produzione priva di ormoni o additivi.

In più, è noto che la sanità pubblica regionale dispiega una mole di attività e impegno molto consistente a tutela dei consumatori.

Tutto ciò premesso e considerato

Interroga la giunta per sapere

Quali azioni i dipartimenti di sanità pubblica mettono in campo relativamente alle attività di profilassi, vigilanza e certificazione di conformità svolta dai servizi veterinari, ed in che modo intende tutelare e difendere questi prodotti costitutivi della food-valley emiliano romagnola.

Barbara Lori