Nei giorni scorsi, la Squadra Mobile di Parma ha arrestato le titolari della casa famiglia Villa Alba, una struttura privata non convenzionata con l’Asl per soggetti autosufficienti o con disabilità non invalidanti, aperta all’inizio del 2014; le indagini condotte hanno fatto emergere una gravissima situazione di maltrattamenti fisici e psicologici ai danni degli anziani ospiti della struttura; dall’indagine è anche emerso che gli episodi denunciati erano continui e ripetuti.
Massimo Iotti, Barbara Lori e Alessandro Cardinali, del Gruppo Pd, hanno presentato una interrogazione a risposta immediata in Aula, illustrata da Iotti, che ha chiesto alla Giunta di chiarire gli aspetti normativi generali, regolamentari e in particolare quelli afferenti ai sistemi di controllo.
Il sottosegretario alla Presidenza, Andrea Rossi, nel suo intervento ha ricordato la deliberazione di Giunta 564/2000 che stabilisce i requisiti minimi generali e specifici per l’autorizzazione al funzionamento e la comunicazione di avvio attività delle strutture per anziani, disabili, malati di Aids e relativamente alle comunità alloggio e diurne per la salute mentale; quella deliberazione dettaglia i requisiti necessari per queste strutture, e il Decreto 308/2001 del ministero della Solidarietà sociale ha imposto precisi standard per i servizi fino a sei posti letto.
“Le possibilità di svolgere azioni di vigilanza e controllo- ha aggiunto Rossi- possono essere svolte dai Comuni e sollecitate da cittadini (singoli o in gruppo) e associazioni”. Inoltre, ha proseguito, “alcune amministrazioni comunali, fra cui il Comune di Parma, si sono dotate di un proprio regolamento per i servizi fino a sei posti letto, con la previsione di specifici requisiti e modalità di controllo”. Queste realtà assistenziali si sono “largamente diffuse”” ha detto Rossi, e nel corso del 2015 è stata effettuata una ricognizione, in collaborazione con le Aziende Usl e i Comuni, il cui esito è il seguente: risultano presenti sul territorio regionale 583 servizi e strutture, per complessivi 2.561 posti; il 68% rivolti a persone anziane e il 32% a disabili. La Giunta, sentita la Commissione assembleare, “intende valutare l’opportunità di un aggiornamento della direttiva che definisce i requisiti minimi generali e specifici per il funzionamento delle strutture fino a sei posti letto- ha sottolineato il sottosegretario- al fine di aumentare il livello di tutela e di garanzia delle persone ospitate”.