Risoluzione

L’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna

Premesso che

L’azienda Parmacotto è stato a lungo uno degli emblemi del food made in italy in tutto il mondo, partendo da una semplice salumeria il patron dell’azienda era riuscito a diventare imprenditore di successo nel settore dei salumi e rappresentante dei sapori italiani riconosciuto in tutto il mondo.

Quel sogno rischia di infrangersi nelle aule del tribunale ove si svolgono i passaggi formali per la messa in liquidazione dell’azienda, che da brand mondiale si trova in grave dissesto finanziario, con circa 50 milioni di debiti verso le banche e altri 50 verso i fornitori.

Per questo Parmacotto ha richiesto prima un intervento alla Simest e poi un concordato in continuità che ha permesso agli amministratori di capire se la società sarebbe stata in piedi o no con le proprie gambe visto l’ingente debito accumulato.

I fornitori e le banche hanno accettato il piano industriale a loro presentato, il fornitore più importante Fimar Carni spa di Castelvetro (Modena) ha sottoscritto sia l’aumento di capitale sia gli strumenti convertibili (che permettono di convertire in azioni il debito oppure, dopo avere pagato tutti i creditori privilegiati, ottenere il rimborso dei loro crediti) e diventerebbe con l’approvazione dell’omologa il socio di maggioranza. Anche gli altri fornitori di carni hanno sottoscritto gli strumenti convertibili consentendo così di accettare il piano industriale. Anche la Simest, che non aveva fatto un finanziamento ma aveva acquistato una quota pari al 15,6% investendo 11 milioni di euro, sembrerebbe voler mantenere una quota analoga nella futura Parmacotto.

Tutto questo è subordinato alla omologa del concordato in continuità, al varo della nuova società e del piano industriale accettato dai fornitori, dalle banche e dai creditori privilegiati e dai dipendenti.

Una procedura concorsuale che richiede di pagare 12 milioni di euro ai fornitori privilegiati e altrettanti 12 milioni di euro a quelli chirografari in 5 anni mentre i creditori non privilegiati saranno pagati con una cifra pari al 20% del loro credito.

Considerato che

Nei primi giorni di luglio, poco prima della decisione del Tribunale di Parma chiamato a decidere se omologare o meno la procedura, la Procura della repubblica attraverso la Guardia di Finanza ha disposto il sequestro di beni dell’azienda per un valore di circa 11 milioni di euro.

Successivamente al sequestro, la Procura della Repubblica di Parma ha depositato al tribunale fallimentare un’istanza per la revoca della procedura di concordato preventivo, ritenendo che sia inammissibile, il che potrebbe aprire la strada al fallimento.

La procura della Repubblica di Parma ha ipotizzato per l’ex presidente di Parmacotto e per l’ex direttore finanziario della società alimentare il reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche per 11 milioni di euro avvenute da parte della Simest, una società della Cassa Depositi e Prestiti che sostiene l’imprenditoria italiana all’estero.

Secondo la ricostruzione della Procura della Repubblica di Parma e della Guardia di Finanza “attraverso artifici contabili, false attestazioni e la conseguente falsificazione di un bilancio annuale d’esercizio, gli indagati erano riusciti a far apparire una situazione economico-patrimoniale talmente fiorente da indurre in errore una società di diritto pubblico (la Simest) che ha erogato su richiesta dell’azienda stessa, un intervento di 11 milioni di euro”. Dietro mandato della Procura, la Guardia di Finanza ha fatto un sequestro cautelativo (che deve essere confermato) di 11 milioni di euro. E’ stata poi nominata una amministratrice giudiziaria, al fine di garantire la continuità e lo sviluppo aziendale sino al completo recupero, da parte dello Stato, delle somme percepite dalla società. Questa amministratrice va ad affiancarsi ad altri due amministratori nominati dal Tribunale di Parma per la gestione del concordato in continuità che è in corso.

A seguito dei provvedimenti conseguenti l’indagine della Guardia di Finanza, essendo potenzialmente modificato il quadro inerente l’assetto economico finanziario, il Tribunale ha posticipato a ottobre l’udienza per il pronunciamento relativo alla richiesta di omologa della procedura concorsuale.  Queste le notizie pubblicate sui giornali.

Valutato che

Tutto ciò accade in un momento in cui la società, dopo essere stata ristrutturata e mantenuto gran parte dell’occupazione (-38 dipendenti in tre anni su 190), sta registrando buoni risultati sul mercato ed è ritornata a lavorare su due turni per gli affettati brandizzati Parmacotto (che incidono oggi sul fatturato per oltre l’80%).

La proposta di legge regionale varata dalla giunta la scorsa settimana sul tema legalità prevede all’Articolo 19 (Azioni per la continuità produttiva e la tutela occupazionale) misure per affrontare le eventuali criticità in termini occupazionali determinate dal sequestro e la confisca di attività produttive. E’ previsto infatti che la Regione promuova azioni al fine di sostenere il mantenimento dell’occupazione attraverso accordi e intese con i Ministeri competenti e con le organizzazioni sindacali, favorendo altresì, ove ne sussistano le condizioni, la continuità delle attività economiche, nel quadro degli strumenti più complessivi di concertazione riguardanti il lavoro e lo sviluppo economico e sociale, definiti in ambito regionale.

Tutto ciò premesso e considerato

Impegna la giunta a

  • Agire per le proprie competenze in tutte le sedi più opportune affinché, in questa fase e per il futuro, siano garantite la continuità produttiva e l’occupazione.

A firma dei Consiglieri: Lori, Caliandro, Cardinali, Iotti, Serri, Rontini