Con il voto favorevole del Senato, il disegno di legge per contrastare il caporalato passa al vaglio della Camera dei Deputati. “La legge, che ci auguriamo sia approvata in tempi stretti anche nel secondo ramo del Parlamento, prevede strumenti che consentiranno di colpire con più forza l’intermediazione illecita e lo sfruttamento del lavoro prevista dall’articolo 603-bis del codice penale, e – commenta la Consigliera regionale PD Barbara Lori – di completare sul territorio la Rete del lavoro agricolo di qualità introdotta con il Decreto Competitività, che mira al riconoscimento e alla valorizzazione pubblica dell’eticità dell’impresa regolare. Avremo a disposizione nuovi ed efficaci strumenti per il contrasto allo sfruttamento della manodopera e del lavoro nero in agricoltura. Non sarà più punito solo il caporale, che recluta i lavoratori, ma si attribuirà una responsabilità anche alle imprese che impiegano mano d’opera in condizioni di sfruttamento”.

“Anche in Emilia-Romagna – prosegue la Consigliera Lori, Capogruppo PD in Commissione Politiche Economiche – ci stiamo muovendo per costruire nuove e più solide politiche a tutela della legalità e della buona occupazione. Uno strumento importantissimo sarà il nuovo Testo Unico della legalità che contiamo di approvare entro l’autunno”.

Il testo della riforma affronta la materia a tutto tondo e prevede un focus specifico sulla promozione della responsabilità sociale delle imprese.

“La norma potrà ovviamente essere approfondita prevedendo situazioni specifiche. Un tema che penso dovrà trovare spazio è quello della tutela del lavoro nell’agroindustria, rispetto al quale sia la legge sul caporalato, sia il Testo Unico regionale della legalità possono incidere per contrastare e normalizzare le anomalie che da tempo i sindacati denunciano relativamente alle attività di coop spurie anche nel Parmense e nei territori nei quali, in Regione, l’industria della trasformazione delle carni è ben radicata – conclude Lori – Il sistema nel quale si annidano pratiche che non tutelano la qualità del lavoro e spesso anche delle lavorazioni va destrutturato, indebolito e colpito duramente dal punto di vista sanzionatorio a garanzia dell’intero settore”.