“La scelta di dedicare un dipartimento alle mamme, anticipata nei mesi scorsi dal segretario del PD Matteo Renzi con l’inserimento della parola ‘mamma’ fra i temi della campagna elettorale, è infelice e offensiva nei confronti delle donne, che in questo modo vengono riconosciute solo in quanto madri, quasi fosse l’unica opportunità di trovare una forma di realizzazione e visibilità. Questo fa il paio, a ben pensarci, col fatto che nel dibattito politico, quando si parla di donne se ne parla sempre in relazione a questioni relative alla fertilità, alla natalità o alla loro debolezza e fragilità nei confronti del maschio. Per non dire dello scivolone sulla questione della ‘razza’ che in sé è davvero non commentabile, segno di un’inadeguatezza che non è più possibile tollerare”.

“Siamo convinte che molte sarebbero le modalità sacrosante di occuparsi delle donne, parlando di lavoro, welfare, salute e non mancano in parlamento proposte in tal senso. La stessa questione della genitorialità (e non delle mamme) può e deve essere certamente affrontata, ma in modo diverso. A partire dalle famiglie, di qualsiasi tipo esse siano, per migliorare e ampliare le opportunità previste dalle leggi che già ci sono, tra cui la legge Turco del 2000 con la quale si sostiene il concetto di congedi parentali e non di maternità, e contribuire anche a modificare una cultura che ancora vede le donne relegate nella loro funzione riproduttiva. La scelta del dipartimento ‘mamme’ è una scelta infelice e noi non ci stiamo”.

MAESTRI PATRIZIA, LORI BARBARA, BONETTI CATERINA, CONTESINI STEFANIA, DODI LORENZA, MOTTA CARMEN, IOVINO EMMA, AMADASI ELISA, TORRI DANIELA, ILARI RAFFAELLA, OLUBOYO VICTORIA, MAGGIO AURELIANA