Annuncio in aula: 03/03/2015
Approvato in data: 25/03/2015

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

il Decreto Legge n. 90 del 2014 ha previsto la soppressione delle sezioni distaccate dei TAR;

le previsioni contenute nel Decreto sono state nel tempo temperate a seguito dell’accoglimento di numerosi emendamenti, i quali hanno escluso dai tagli i TAR in cui nella stessa sede c’è anche la corte d’appello;

alla luce di ciò, la chiusura è prevista solo per i tar di Parma, Latina e Pescara che erano gli unici a non essere sede di Corte d’Appello;

le fasi finali per la conversione del decreto implicano una relazione sull’assetto organizzativo dei tribunali amministrativi regionali, indicante fabbisogni di personale, carichi di lavoro, dotazioni informatiche, compreso i costi per il mantenimento delle sedi il cui termine è stato indicato nel 28 febbraio 2015;

la relazione sull’assetto organizzativo del Tar di Parma, del 26 febbraio u.s., ha fornito i dati dell’attività al 31 dicembre 2014;

a quella data, nella sezione di Parma, competente per le province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia, i ricorsi pendenti erano 971, una notevole diminuzione del 14% rispetto ai 1127 dell’anno precedente;

nell’ultimo triennio il saldo delle decisioni rispetto ai ricorsi è attivo: nel 2014 si contano 464 sentenze su un totale di 378 ricorsi pervenuti;

i ricorsi più numerosi sono stati proposti in materia edilizia e urbanistica (64 nel 2014), in materia di immigrazione (94), di sicurezza pubblica (50) e relativamente all’Università (19);

le spese relative alla locazione degli immobili a disposizione del Tribunale amministrativo ammontano a circa 92 mila euro all’anno, a fronte dell’introito di circa 135 mila dal pagamento dei contributi unificati;

tra le decisioni più importanti emesse dal Tar nel corso dello scorso anno si ricorda quella sul risarcimento dei danni dovuti dall’amministrazione in caso di sospensione di lavori di appalti conclusi (il caso è quello dei parcheggi interrati), la materia di concessioni di aree mercati (piazza Ghiaia), i ricorsi in tema di movida e sui luoghi di culto in riferimento al centro islamico.

Rilevato che

i dati presentati dalla Presidente della Corte d’Appello lo scorso 26 febbraio in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario, hanno evidenziato la virtuosità delle performance della sede di Parma che, pur in carenza di organico, negli ultimi anni è riuscita a ridurre in modo significativo il numero dei ricorsi pendenti;

un’unica sede regionale del TAR comporta sicuramente maggiori disagi e costi per i cittadini di Piacenza, Reggio Emilia e Parma per avere giustizia, oltre al concreto rischio di un peggioramento ulteriore della situazione nella sede di Bologna;

in merito alla riduzione dei costi, con l’ipotizzata chiusura della sede staccata di Parma si può considerare solo una riduzione del canone d’uso dell’immobile, vanificata in buona parte dalla necessità di una nuova sede ampliata per quella di Bologna, come dichiarato dal Presidente del Tribunale Amministrativo Regionale Emilia-Romagna, e dagli oneri di trasferimento a fronte di un ipotizzabile aggravio di costi per i cittadini;

a farne le spese saranno dunque le imprese, gli enti locali ed i cittadini, ma anche i nove impiegati oltre i magistrati, i quali saranno trasferiti a 80 chilometri di distanza col conseguente aggravio dei costi.

Valutato che

la richiesta di mantenere la sede staccata del TAR di Parma nulla toglie alla incisività del processo riformatore del Governo in carica, ma anzi rafforzerebbe il rapporto di fiducia di cittadini e imprese regionali con la pubblica amministrazione in tema di giustizia amministrativa;

la giustizia tardiva infatti è uno dei maggiori elementi di critica alle istituzioni, elemento che intacca l’efficienza e la competitività delle imprese locali e l’attrattività di investimenti nel nostro paese;

per i cittadini e le imprese delle tre province interessate, in particolare Piacenza per la sua posizione, significa senza dubbio un peggioramento in termini di servizi e degli oneri da sostenere nei ricorsi amministrativi.

Tutto ciò premesso e considerato

impegna la Giunta regionale

ad attivarsi in tutte le sedi più opportune per chiedere al Governo una proroga di almeno sei mesi, entro la quale svolgere un adeguato approfondimento sull’economicità dell’operazione e, più in generale del reale rapporto costi-benefici considerato che la chiusura dei Tar comporterebbe, comunque, la necessità di riorganizzazione in altra sede ed un più complessivo “allontanamento” dai territori di riferimento;

a promuovere un confronto di approfondimento che coinvolga anche i Governatori dell’Abruzzo (per la sede di Pescara) e del Lazio (per Latina).

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 25 marzo 2015

A firma dei Consiglieri: Lori, Cardinali, Molinari, Soncini, Calvano, Prodi, Iotti, Taruffi, Torri, Sabattini, Serri