Interrogazione a risposta immediata

I sottoscritti consiglieri

Premesso che

Da tempo è noto in regione il piano di riorganizzazione posto in essere da Poste Italiane S.p.A. che consiste nella chiusura di 53 uffici postali in tutta la regione e il riorganizzazione di altri 35, in particolar modo in frazioni e piccoli comuni.

Il piano di riorganizzazione, per citare alcuni esempi, prevede nelle principali province della regione la chiusura di ben 11 uffici nella sola provincia di Bologna, 11 a Parma, 8 a Piacenza, 7 a Ferrara, 4 a Modena, 4 a Forlì, 4 a Ravenna e 1 a Rimini

E’ importante e necessario garantire anche nei Comuni più piccoli e disagiati l’efficienza e la qualità dei servizi.

Alcuni Sindaci, di Comuni coinvolti dal piano di riorganizzazione, si sono mobilitati ed hanno stilato un documento nel quale hanno chiesto un incontro congiunto a Legautonomie E.R., UNCEM E.R., UPI E.R., ANCI E.R., Regione Emilia-Romagna e Poste Italiane S.p.a. al fine di esaminare la situazione che si verrebbe a determinare con l’attuazione di tale piano di razionalizzazione.

Rilevato che

Poste Italiane è concessionaria del servizio postale su tutto il territorio nazionale e che la fornitura del servizio postale, la realizzazione e l’esercizio della rete postale pubblica costituiscono attività di preminente interesse generale, ai sensi dell’art.1, comma 1 del D.Lgs 22 luglio 1999, n. 261.

Poste Italiane, nel quadro degli impegni assunti nei confronti dello Stato, si propone di assicurare ai propri utenti una qualità di prodotti e servizi almeno a livello europeo e che, a tale fine, ha predisposto un piano di sviluppo che prevede l’erogazione di una serie di nuovi servizi, indirizzati anche alle realtà locali di minore dimensione geografica.

In data 22.01.2014 il Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) rispondendo a specifica missiva del Presidente dell’Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna ha ricordato che con la delibera n.342/14/Cons, l’Autority ha “ritenuto opportuno inserire (…) specifici divieti di chiusura di quegli uffici che servono agli utenti che abitano nelle zone remote del Paese (…) ritenendo prevalente l’esigenza di garantire la fruizione del servizio nelle zone disagiate anche a fronte di volumi di traffico molto bassi e di alti costi di esercizio”.

La succitata delibera di AGCOM prevede l’obbligo per Poste Italiane “di comunicazione preventiva nei confronti delle Istituzioni locali, avente ad oggetto l’attuazione di interventi di chiusura o rimodulazione oraria di uffici postali, al fine di instaurare un confronto nell’ambito del quale siano rappresentate le esigenze della popolazione locale e possano essere eventualmente individuate soluzioni in grado di limitare gli impatti negativi sull’utenza”.

Considerato che

Nel 2012 la collaborazione tra Poste italiane e la Regione Emilia-Romagna è riuscita a scongiurare la chiusura di 104 su 132 sportelli.

In risposta alla interrogazione a risposta immediata numero 150, il 9 febbraio u.s., la Giunta ha assicurato l’impegno a seguire l’evolversi della situazione.

Sarebbe bene promuovere un incontro di chiarimento con Legautonomie E.R., UNCEM E.R., UPI E.R., ANCI E.R. e Poste Italiane S.p.a.

Tutto ciò premesso e considerato

Interrogano la Giunta

  • Per sapere quale sia lo stato dell’arte, quali azioni abbia svolto, se siano intervenuti fatti nuovi a seguito della data del 9 febbraio, o se non ritenga opportuno sollecitare Poste Italiane perché agisca col maggior coinvolgimento e coordinamento possibile dei territori interessati, ascoltando anche le controproposte dei comuni interessati.

Paolo Calvano,

Giuseppe Paruolo

Rossi Nadia,

Luca Sabattini

Lia Montalti

Igor Taruffi

Roberta Mori

Luciana Serri

Roberto Poli,

Marchetti Francesca

Massimo Iotti

Paolo Zoffoli

Marcella Zappaterra

Alessandro Cardinali

Silvia Prodi

Stefano Caliandro

Giuseppe Boschini

Manuela Rontini

Gian Luigi Molinari

Barbara Lori