L’Emilia-Romagna ribadisce il no dell’Italia alla procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea per il divieto di utilizzare latte in polvere per la produzione di formaggi così come sancito dalla legge 183 del 1974. Approvata quindi dall’Assemblea Legislativa regionale una risoluzione presentata da Tommaso Foti (FdI), passata con il voto favorevole del Partito Democratico integrata con sue due emendamenti sottoscritti dalla consigliera Barbara Lori insieme ai colleghi del PD Gianni Bessi e Luciana Serri.

“Richiamiamo le parole del ministro Martina, pronto a spiegare le scelte che da anni dimostrano la contrarietà all’omologazione del modello agricolo italiano, forte invece di una unicità e distintività nell’orizzonte europeo” spiega la consigliera Lori.

“Chiediamo alla Giunta dell’Emilia-Romagna di sostenere il Governo nell’azione di contrasto alla procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea e a garantire il diritto del consumatore ad essere informato sulla provenienza e sul contenuto dei prodotti che intende acquistare – prosegue la consigliera Lori – per questo si evidenzia in aggiunta l’importanza dell’indicazione in etichetta dell’utilizzo di latte in polvere”.

“Per quanto concerne l’Emilia-Romagna, l’utilizzo di latte in polvere non rientra nei nostri orizzonti produttivi – rimarca La Lori richiamando anche le dichiarazioni dell’Assessore Simona Caselli – qui i produttori puntano all’alta e altissima qualità piuttosto che a una competizione di prezzo: il latte prodotto nella nostra Regione, a riprova di questo, è quasi interamente indirizzato alla trasformazione in formaggi DOP (quali il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano e lo Squacquerone) quindi valorizziamo la produzione lattiero casearia locale e la tracciabilità delle informazioni utili al consumatore in merito a tutte le fasi della filiera”.