Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta antimeridiana del 2 febbraio 2016

RISOLUZIONE

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

in relazione alle ricorrenti campagne volte ad imporre l’obbligo di esporre, ovvero di rimuovere, il crocifisso o altri simboli religiosi in uffici e luoghi pubblici.

Respinge

il tentativo di strumentalizzazione politica dei simboli religiosi.

Ricorda

che lo Statuto della Regione Emilia-Romagna nel suo preambolo afferma:

“La Regione Emilia-Romagna si fonda sui valori della Resistenza al nazismo e al fascismo e sugli ideali di libertà e unità nazionale del Risorgimento e si basa sui principi e i diritti sanciti dalla Costituzione italiana e dall’Unione europea; consapevole del proprio patrimonio culturale, umanistico, ideale e religioso e dei principi di pluralismo e laicità delle istituzioni, opera per affermare:

  1. a) i valori universali di libertà, eguaglianza, democrazia, rifiuto del totalitarismo, giustizia sociale e solidarietà con gli altri popoli del mondo e con le future generazioni;
  2. b) il riconoscimento della pari dignità sociale della persona, senza alcuna discriminazione per ragioni di genere, di condizioni economiche, sociali e personali, di età, di etnia, di cultura, di religione, di opinioni politiche, di orientamento sessuale;
  3. c) la pace e il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.”

Ritiene

che la decisione di esposizione del crocifisso in uffici e luoghi pubblici non possa essere in generale oggetto di obblighi o di divieti a priori definiti in sede politica, che finirebbero per alimentare sterili contrapposizioni ideologiche piuttosto che favorire dialogo e rispetto delle differenze culturali e religiose;

che nei luoghi dove per significato, opportunità e tradizione tali simboli hanno una plurisecolare presenza ne venga garantita in ogni caso la continuità.

Esprime l’auspicio

che argomenti di tale valore simbolico vengano trattati con la delicatezza e la capacità di ascolto reciproco che essi meritano, collocandoli nel quadro di una legislazione attenta a promuovere la crescita della comunità civile e il suo riconoscersi in valori comuni, nel pieno rispetto delle tradizioni e delle consuetudini nonché della serena convivenza tra le ispirazioni diverse presenti nella società.