INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA

I sottoscritti consiglieri

Premesso che

Nei giorni scorsi la Squadra Mobile di Parma ha arrestato le titolari della casa Famiglia Villa Alba, una struttura privata non convenzionata con l’Asl per soggetti autosufficienti o con disabilità non invalidanti aperta all’inizio del 2014;

le indagini condotte hanno fatto emergere una gravissima situazione di maltrattamenti fisici e psicologici ai danni degli anziani  ospiti della struttura;

dall’indagine è anche emerso che gli episodi denunciati erano continui e ripetuti;

Interrogano la Giunta

  • per chiarire gli aspetti normativi generali, regolamentari e quelli afferenti ai controlli.

A firma dei Consiglieri: Iotti, Lori, Cardinali

 

RISPOSTA

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Gentili consiglieri, vi lascio nella risposta, che poi vi darò per iscritto, i riferimenti alle due normative per quanto riguarda la nostra Regione, che sono la legge regionale n. 3/2003 e la deliberazione di Giunta n. 564/2000.

Per quanto richiesto dai consiglieri Cardinali, Iotti e Lori, vi ricordo che, in ottemperanza al decreto del Ministero della solidarietà sociale n. 308/2001 e ai princìpi generali della delibera di Giunta regionale n. 564/2000, i servizi fino a sei posti letto devono comunque garantire: un coordinatore responsabile del servizio, l’adozione da parte del soggetto erogatore di una carta dei servizi sociali comprendente la pubblicizzazione delle tariffe praticate con l’indicazione delle prestazioni ivi comprese, l’adozione di un registro degli utenti del servizio e la predisposizione, la tenuta, l’aggiornamento e l’attuazione dei piani individualizzati di assistenza per gli anziani residenti.

Alcune Amministrazioni comunali, come ad esempio il Comune di Parma, hanno ritenuto opportuno approvare un Regolamento per i servizi fino a sei posti letto, con la previsione di requisiti e modalità di controllo specifiche. Per quanto riguarda la vigilanza e il controllo delle case famiglia, la competenza è posta in capo al Comune che per il tramite di un’apposita commissione tecnica multiprofessionale composta da esperti nominati dal Direttore generale dell’Azienda USL, con documentale competenza ed esperienza in materia di edilizia sociosanitaria, edilizia abitativa, impiantistica generale, organizzazione e sicurezza sul lavoro, organizzazione e gestione di servizi sociali- può disporre attività di verifica e controlli specifici.

La legge regionale n. 2/2003 precisa che la comunicazione di avvio attività è prevista proprio per consentire la vigilanza, che è a cura del Comune stesso in cui si svolge l’attività. La vigilanza si esercita mediante richiesta di informazioni, ispezioni e controlli periodici nelle strutture e sui servizi. Anche i cittadini, singoli, in gruppi o in associazioni, possono rivolgersi direttamente al Comune nel quale insiste una struttura chiedendo di attivare le previste forme di vigilanza.

Relativamente alla diffusione di queste piccole realtà, facendo seguito alla sollecitazione proveniente dalla Cabina di regia regionale per le politiche sanitarie e sociali nel corso del 2015, è stata di recente realizzata una ricognizione, in collaborazione con le Aziende USL e i Comuni, che fornisce una prima fotografia delle soluzioni residenziali o abitative fino a sei posti letto. Dalla ricognizione oggi risultano presenti sul territorio regionale 583 servizi e strutture, per complessivi 2.561 posti, di cui il 68 per cento rivolte a persone anziane e il 32 per cento rivolte a persone disabili.

Sulla base degli esiti delle analisi dei dati emersi dalla ricognizione, la Giunta regionale, sentita la Commissione assembleare competente, valuterà l’opportunità di un aggiornamento della direttiva che definisce i requisiti minimi generali specifici per il funzionamento di strutture fino a sei posti letto, al fine di aumentare il livello di tutela e di garanzia delle persone ospitate.