Risoluzione

L’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna

Premesso che

Il 26 aprile è ricorso il trentennale dell’incidente nella Centrale nucleare di Chernobyl (26 aprile 1986).

A seguito di tale tragico evento ebbe inizio la Cooperazione decentrata regionale in Bielorussia ed in Ucraina, che aveva lo scopo di promuovere iniziative di accoglienza temporanea dei cd “bambini di Chernobyl”, realizzate nel territorio regionale da associazioni di solidarietà, comitati cittadini, enti locali emiliano romagnoli.

Che contestualmente a tali percorsi di accoglienza temporanea, la Regione Emilia-Romagna ha contribuito, anche economicamente, alla realizzazione di progetti di cooperazione decentrata internazionale, prima in Bielorussia e successivamente in Ucraina, principalmente nelle zone di provenienza dei minori.

Tali iniziative miravano, e mirano, a migliorare le condizioni di vita dei bambini provenienti dalle zone contaminate della Bielorussia e dell’Ucraina, grazie ai percorsi di detossificazione (abbattimento della quantità di celsio, ed altri agenti tossici, nel sangue), alle prestazioni sanitarie offerte gratuitamente dal Servizio Sanitario regionale, visita pediatrica ed ecografia tiroidea, innanzitutto, e al sostegno dei sistemi socio-sanitari locali.

In vent’anni migliaia di bambini, provenienti proprio dalle zone contaminate di Bielorussia e Ucraina, hanno preso parte ai soggiorni estivi presso le famiglie della regione e hanno potuto usufruire delle cure delle AUSL, ponendo la Regione Emilia-Romagna in posizione di leadership nel quadro di solidarietà in questo settore.

Considerato che

Nel corso degli anni numerosi sono stati i progetti ed i settori ove si è sviluppata la cooperazione tra la Regione ed i due Paesi dell’est Europa, a partire dalla prevenzione alimentare e sanitaria nelle zone contaminate dall’incidente nucleare di Chernobyl, attuate anche tramite l’informazione e la formazione sui rischi collegati ai contaminanti nucleari; interventi per il sostegno delle scuole; inserimento di minori disabili nelle scuole e abbattimento delle barriere architettoniche; superamento degli istituti per orfani e creazione di “case famiglia”; prevenzione alla tratta di minori e delle donne. Tali progetti sono stati cofinanziati dalla Regione, da Arpa Emilia Romagna, delle AUSL e Università regionali.

L’accoglienza dei bambini bielorussi ed ucraini in Emilia-Romagna ha coinvolto decine di associazioni e centinaia di famiglie in percorsi che hanno riguardato, anche, interventi di sostegno in loco, nelle zone di provenienza degli stessi bambini attuati sia tramite attività di raccolta fondi sul territorio, sia con il contributo di donors pubblici e privati, tra cui la Regione Emilia-Romagna che, fino al 2008, ha  compreso la Bielorussia tra i territori prioritari per il finanziamento di progetti di cooperazione decentrata internazionale.

Le associazioni regionali coinvolte nei percorsi di accoglienza, e di cooperazione decentrata in loco, fanno parte di un ampio ventaglio di realtà “no profit” che spazia da quelle che, a suo tempo, facevano parte del Progetto regionale Chernobyl, quali Anpas, Legambiente, Arci Modena e Fondazione Aiutiamoli a vivere, e altre che, a suo tempo decisero di non aderire a quel progetto regionale, quali Associazione Piccolo Mondo, Insieme per un Futuro migliore Onlus e, soprattutto, la Federazione di Associazioni che fanno parte di AVIB.

La Regione Emilia-Romagna ha confermato il proprio approccio paritario nei confronti di tutte le associazioni di solidarietà che accolgono i cd “bambini di Chernobyl”, tramite l’iscrizione dei bambini al Servizio sanitario regionale per tutto il periodo di permanenza in Emilia-Romagna e l’offerta delle prestazioni sanitarie richieste (visita pediatrica ed ecografia tiroidea), senza alcuna “priorità di trattamento”, o “canale preferenziale”, per quelle che facevano parte del “progetto Chernobyl”.

Anche le prestazioni sanitarie di alta specializzazione, offerte gratuitamente dalla Regione, sono previste per tutti i bambini sulla base, esclusivamente, della gravità della patologia e dell’impossibilità di intervento sanitario in loco.

Valutato che

La progettazione regionale in Ucraina è stata avviata nel 2002 in conseguenza della necessità di realizzare collaborazioni in quei territori di provenienza dei bambini ucraini ospitati dall’associazione modenese Polisportiva 87 e G. Pini, nell’ambito del Progetto regionale Accoglienza Bambini di Chernobyl.

Nel corso degli anni la progettazione in Ucraina ha avuto una positiva evoluzione, sia in termini quantitativi e qualitativi, che nella creazione di nuovi partenariati in loco e sul territorio emiliano romagnolo (Zhitomir – Reggio Emilia, Rzsciv e Kagarlik – Modena, Kiev –Rimini, Bologna-Ferrara-Cernisky).

Negli anni, gli interventi di cooperazione internazionale decentrata in Bielorussia, a causa delle relazioni diplomatiche difficili con il Governo italiano e con l’Unione Europea, sono stati caratterizzati dall’assenza di rapporti diretti con le autorità istituzionali locali, mentre al contrario hanno visto consolidarsi le relazioni e partenariati con le associazioni e le ONG locali, gli istituti per orfani, il Dipartimento dell’Istruzione del Comitato Esecutivo della Provincia di Liozno e di Gomel.

L’avvio, seppur lento e parziale, verso la risoluzione delle difficoltà nelle relazioni diplomatiche tra il Governo bielorusso e l’Unione Europea, non ha, però, facilitato l’affermarsi di nuove progettualità di cooperazione decentrata, a causa dell’impossibilità di ricevere contributi economici, o coordinamento istituzionale, dalla Regione Emilia-Romagna.

Non vi sono allo stato attuale gemellaggi, o relazioni istituzionali formalizzate, tra la Regione Emilia-Romagna e istituzioni locali bielorusse.

Tutto ciò premesso e considerato

  • Impegna l’Assemblea Legislativa e la Giunta Regionale

Ad agire in tutte le sedi più opportune per una ridefinizione dei rapporti diplomatici con la Bielorussia e l’Ucraina, la stipula di gemellaggi, e l’affermazione di relazioni istituzionali formalizzate, tra la Regione Emilia-Romagna e le istituzioni locali.

  • A ridefinire il protocollo sociosanitario per l’accoglienza in Emilia-Romagna dei bambini provenienti dai due paesi.
  • A costituire un tavolo con le associazioni regionali attive nel campo dell’accoglienza temporanea dei bambini di Chernobyl per affrontare, nei tempi idonei, tutte le eventuali problematiche relative agli stessi progetti di accoglienza.
  • A valutare la possibilità di reinserimento della Repubblica di Bielorussia tra i “territori prioritari” per il cofinanziamento regionale dei progetti di cooperazione decentrata internazionale, in quanto paese di provenienza dei bambini in accoglienza temporanea.

A firma dei Consiglieri: Marchetti Francesca, Lori, Poli, Soncini, Pruccoli, Cardinali, Mumolo, Zoffoli, Boschini, Campedelli, Calvano, Mori, Caliandro