Risoluzione

L’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna

Premesso che

  • Il quadro statistico nazionale, in piena analogia a quello regionale, ci fornisce un contesto socio-demografico con la presenza crescente di cittadini europei e non, appartenenti a differenti confessioni religiose, così come il numero di non praticanti alcuna confessione;
  • Questi dati trovano analoga composizione nelle persone ricoverate nelle strutture ospedaliere della Regione Emilia-Romagna;
  • Una variegata serie di studi ed analisi pubblicate mostrano che il concetto di salute comprende anche il benessere psicologico e relazionale dell’individuo e allo stesso modo la dimensione spirituale e morale della salute;
  • Considerando irrinunciabile assicurare a tutte le persone ricoverate la libertà di culto e assicurare a loro ed ai rispettivi parenti e conoscenti, la possibilità di relazionarsi con un rappresentante della propria fede o convinzione, specie nei momenti particolari della vita dovuti al ricovero ospedaliero;
  • Il programma Triennale per l’ Integrazione dei Cittadini Stranieri (art.3 comma 2 L.R. 5/2004) “Per una comunità interculturale” prevede quali assi strategici del programma: Inclusione, Equità e Diritti, Cittadinanza, Anti-discriminazione;
  • Le linee di indirizzo per la predisposizione ed attuazione del Piano Programma 2015-2017 dell’Agenzia Sanitaria e Sociale indicano come obiettivi fondamentali “l’empowerment dei cittadini e la partecipazione delle comunità nelle scelte e nelle valutazioni”;

Considerato che

  • Progetti sperimentali in tal senso si stanno muovendo a livello nazionale, nella direzione di implementare procedure che tengano conto delle differenze culturali e religiose e delle diverse modalità di ‘fine vita’, individuando nelle “Stanze del Silenzio” – oramai circa 12 avviate in Italia – l’esperienza più avanzata ed adatta alle finalità spirituali e religiose, realizzate presso strutture ospedaliere di eccellenza del nostro Sistema Sanitario Nazionale;
  • il dispositivo “Stanze del Silenzio e dei Culti” consiste, in sostanza, nella messa a disposizione di uno spazio fisico all’interno degli ospedali a disposizione dei pazienti, dei loro parenti e conoscenti e del personale sanitario, per un momento di preghiera o meditazione e per i casi di lutto: è il luogo fisico da cui si dirama, attivato dall’ URP o dal Servizio di Mediazione Culturale, l’assistenza spirituale prestata, gratuitamente, dai ‘ministri di culti’ non cattolici o dai responsabili di associazioni filosofiche, secondo un protocollo d’intesa e specifico regolamento di gestione definito dalle Aziende Ausl o Ospedaliere;
  • risulta attivato un “gruppo nazionale di coordinamento” per le “Stanze del Silenzio” con sede a Padova che sta operando per elaborare linee guida in materia, oltre allo svolgimento di attività promozionale dell’iniziativa;
  • Ribadendo come un corposo sistema di norme internazionali e nazionali già in atto, pone vincoli di garanzia per il diritto all’assistenza religiosa nelle Istituzioni Sanitarie;
  • L’art. 38 della L. 833 del 23 dicembre 1978, prevede che presso le strutture di ricovero del Servizio Sanitario Regionale sia assicurata l’ assistenza religiosa nel rispetto della volontà e della libertà di coscienza del cittadino in quanto persona, e che a tal fine l’unità sanitaria locale provveda per l’ordinamento del servizio di assistenza religiosa, cattolica, d’intesa con gli ordinari diocesani competenti per territorio, per gli altri culti, in accordo con le rispettive autorità religiose competenti per territorio;
  • La L.R. Emilia-Romagna 12 del 10 aprile 1989 “Disciplina dell’Assistenza Religiosa nelle strutture di ricovero delle Unità Sanitarie Locali” prevede ai commi 2 e 3  dell’art. 1 che “il servizio di assistenza religiosa ha il compito di assicurare presso i presidi di ricovero sanitari e sociali del servizio socio-sanitario regionale, nel rispetto della volontà e libertà di coscienza dei cittadini, l’esercizio della libertà religiosa e l’adempimento delle pratiche di culto, nonché il soddisfacimento delle esigenze spirituali proprie delle diverse confessioni, in conformità ai rispettivi ordinamenti”; l’organizzazione del servizio e le condizioni e modalità di svolgimento delle attività sono stabilite mediante apposite intese – per l’appunto – di cui all’art. 38 della L. 833/1978”;
  • Esiste già in Regione Emilia-Romagna una “Stanza del Silenzio”, realizzata con la firma del protocollo di intesa con le 13 Comunità Religiose e non, in data 7 febbraio 2013 nel quadro del Progetto Modernizzazione anno 2008 “Gestire le differenze nel rispetto dell’equità: strategie aziendali e modelli organizzativi in RER”, presso l’Ospedale Sant’Anna di Ferrara-Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, che può essere considerata come precedente esperienza sperimentata;

Valutato che

  • La messa in pratica delle “Stanze del Silenzio e dei Culti” non prevede rilevanti investimenti, in quanto realizzabili all’interno di spazi e strutture esistenti, non comportando locali e superfici significative, e che in alcune esperienze nazionali le Comunità Religiose e Filosofiche coinvolte hanno partecipato alla spesa fornendo arredi e oggetti manufatti a tema liturgico, anche come segno di volontà partecipativa da ricercare come un obiettivo dell’iniziativa;
  • L’implementazione di un tale meccanismo può rendere possibile la costruzione di una rete efficace di relazione tra le Comunità coinvolte e l’Istituzione Sanitaria, rivolgendosi agli agenti interni delle Comunità e toccando i temi delicati, per tutti indistintamente e universalmente, del dolore, della malattia e del lutto;
  • I significati impliciti dello strumento delle “Stanze del Silenzio e dei Culti” si raccordano pienamente con i contenuti tematici dei percorsi sanitari come il “fine-vita”, le cure palliative, la mediazione interculturale e più in generale con processi di umanizzazione delle cure, con la conseguente crescita delle competenze inter-disciplinari di Professionisti Sanitari, responsabili ed operatori dei servizi coinvolti;

Impegna la Giunta Regionale

  • A valutare l’opportunità e l’operatività dell’iniziativa “Stanze del Silenzio e dei Culti”, promuovendo presso i Responsabili delle competenti Ausl e Aziende Ospedaliere della Regione progetti per la concreta messa in atto delle installazioni;
  • individuare in ogni caso soluzioni in grado di assicurare, quanto meno in una prima fase, l’assistenza spirituale e religiosa ai pazienti di ogni confessione o credo religioso;
  • svolgere attività di informazione e promozione dei contenuti e dei valori dell’iniziativa e delle esperienze già in atto, presso le strutture di competenza regionale rivolte ai cittadini.

A firma dei Consiglieri: Iotti, Ravaioli, Prodi, Campedelli, Molinari, Pruccoli, Cardinali, Caliandro, Lori, Montalti, Rossi Nadia