Lori (Pd): “La normativa nazionale penalizza il settore a causa della rigidità e degli anacronismi della burocrazia”

Non vanno confusi con i taxi, che raccolgono le richieste dei clienti direttamente su strada e hanno una tariffa fissa. Le imprese che forniscono il servizio di noleggio con conducente riconoscibili dalla placca NCC esposta sulla targa della vettura, sono 80.000 in tutta Italia e forniscono trasporto privato, regolato da autorizzazione comunale. Si tratta di una modalità spesso richiesta in situazioni in cui occorre una disponibilità prolungata nel tempo con percorsi personalizzati, molto ricercata soprattutto dalle aziende.

Il Dl 135/2018, convertito dalla legge 12/2019, ha introdotto una normativa che prevede sanzioni molto stringenti per la categoria. Barbara Lori, consigliera regionale Pd, richiama l’attenzione proprio su queste sanzioni “che dipendono da regole rigide e anacronistiche, incapaci di tenere nella giusta considerazione le attuali tecnologie a supporto delle imprese del settore. Banalmente, è sanzionato chi devia da un percorso prestabilito attestato su fogli di servizio che vanno conservati in auto. Al cliente che chiede di aggiungere una tappa imprevista al percorso, o che vuole fermarsi più a lungo da qualche parte, l’autista NCC deve rispondere di no oppure deve rientrare in sede e predisporre un nuovo foglio di servizio e dare comunicazioni sui nuovi trasferimenti pattuiti col cliente al Comune”.

“Molte imprese in Emilia-Romagna hanno sollevato la questione chiedendo attenzione. Ho deciso di predisporre una risoluzione e di rivolgermi alla Giunta regionale perché penso che una siffatta regolamentazione penalizzi sia le imprese, sia i clienti. – spiega Lori, che nel documento depositato oggi chiede alla Regione di portare all’attenzione della Conferenza Stato-Regioni la necessaria revisione della normativa in essere e a rinviare per il tempo utile allo scopo la vigenza delle sanzioni previste – Va sottolineato, infatti, che spesso chi ricorre al servizio NCC lo fa per raggiungere fiere e congressi o zone scarsamente servite dai mezzi pubblici, come i centri in Appennino. Rendere più flessibile e ‘contemporaneo’ questo servizio è un dovere anche verso il settore del turismo e quello congressuale”.